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martedì 26 maggio 2015

Crisi autotrasporto: per 6 aziende su 10 non c’è miglioramento


I moderati segnali di ripresa dell’economia nella prima parte del 2015 non corrispondono a un aumento della fiducia delle imprese dell’autotrasporto e della logistica nella fine della crisi. In particolare, 6 aziende su 10 del comparto considerano peggiorata la situazione economica generale del Paese e l’andamento economico della propria attività, mostrandosi leggermente più pessimista rispetto alla totalità delle imprese italiane che indica comunque un peggioramento (56,2%) Lo afferma un’indagine realizzata da Confcommercio e Conftrasporto, in collaborazione con Format Research, sul sentimento delle imprese del nostro settore rispetto alla situazione economica del Paese. Secondo il sondaggio di Confcommercio, circa il 58% delle imprese di autotrasporto e logistica ha visto peggiorare l’andamento della propria attività nel corso degli ultimi sei mesi; oltre il 60% delle imprese del settore ritiene che la situazione resterà invariata nel prossimo semestre e solo circa il 9% pensa che potrà migliorare. Per quanto riguarda i ricavi oltre il 58% delle imprese del settore li ha visto diminuire e il 27% prevede un’ulteriore flessione per i prossimi sei mesi. Inoltre il 57% delle imprese dell’autotrasporto e della logistica ha ridotto gli occupati negli ultimi sei mesi rispetto ai sei mesi immediatamente precedenti. Resta stabile la situazione dei prezzi praticati ai clienti per il 70% delle aziende e per il 90% nessuna variazione significativa è prevista nel prossimo semestre. Non migliora tra la fine del 2014 ed i primi tre mesi del 2015 nemmeno la situazione del ritardo dei pagamenti (peggiorata addirittura per il 48% circa delle imprese del settore), né il costo dei servizi bancari nel loro complesso (aggravato per il 53,5% delle imprese del settore). Insomma, la crisi perdura e non si vede la luce in fondo al tunnel.

martedì 19 maggio 2015

Più di 6.000 euro, 3 sequestri e 4 fermi: la multa record di un autista in Valsugana


C’è un piccolo laboratorio in Italia per il controllo integrato sulle strade. Si trova in Valsugana, per la precisione in Trentino, lungo la strada statale 47, un’arteria importante anche perché – dicono le statistiche – il 30% dei 3.000 veicoli pesanti che l’attraversano ogni giorno sono stranieri. Così durante il corso sull’autotrasporto internazionale organizzato a Borgo da Anvu (l'associazione nazionale della polizia locale), che prevede anche «prove pratiche di controllo», le forze dell’ordine hanno effettuato diversi controlli proprio per mostrare ai partecipanti le modalità con cui condurli. E tra i tanti, uno in particolare ha avuto esiti eccezionali. Già il protagonista, a dire il vero, si presentava originale, visto che la motrice aveva targa slovena, il rimorchio austriaca e il conducente era di nazionalità croata. Il termine "targa" però in questo caso va spiegato meglio. Anche perché in realtà le targhe della motrice risultava radiata nello scorso febbraio e quindi di fatto non era più esistenti e per questo partiva una prima multa da 884 euro e sequestro del veicolo. E stessa sorte seguiva l'assicurazione, che essendo agganciata all'assicurazione era fantasma. Inoltre 1.696 euro di multa con sospensione della patente scattavano nei confronti dell'autista che aveva rimosso i sigilli del cronotachigrafo. Da ultimo un terzo colpo di 4.130 euro con fermo del veicolo per 3 mesi arrivava anche per licenza internazionale irregolare e quindi per trasporto internazionale abusivo. Risultato totale: oltre 6mila euro di sanzioni, 3 sequestri e 4 fermi amministrativi sul mezzo. Un bel record!

mercoledì 13 maggio 2015

Livorno: scoperto dalla Finanza distacco abusivo di 57 autisti


Una flotta con 61 autisti, di cui 57 provenienti in buona parte dell’Europa dell’Est. Lavoravano per un’azienda di autotrasporto di Livorno, anche se formalmente risultano assunti da due società di comodo con sede in Portogallo, a Lagoa. In questo modo i contributi per ogni dipendente da destinare a Inps e a Inail non venivano versati. Tutto è durato per sette lunghi anni, dal 2007 al 2013, fino a quando la guardia di Finanza di Livorno non ha scoperto la frode, quantificata in circa 1,5 milioni di euro, della quale risulterebbe artefice un settantenne titolare di un’azienda di trasporti livornese in concorso con altre cinque persone. Tutti accusati di omessa denuncia di lavoratori, frode fiscale e favoreggiamento dell'immigrazione clandestina per aver violato sia la normativa sul distacco di manodopera, sia quella sull’immigrazione, visto che gli autisti venivano dotati di un permesso di soggiorno portoghese con il quale avrebbero potuto al massimo andare avanti e indietro dall’Italia. Invece, giunti nel nostro paese, ci risiedevano e ci lavoravano praticamente a tempo pieno. A indurre in sospetto i finanzieri è stato un particolare legato proprio al distacco dei lavoratori, che solitamente veniva accompagnato dall'emissione di false fatturazioni, solitamente saldate tramite denaro contante. Una modalità – fanno notare le Guardie Gialle – un po’ anomala rispetto a due società aventi sede in paesi diversi. Oltre alla frode contributiva, la Finanza ha anche quantificato il mancato pagamento delle imposte da parte dell’azienda di trasporto, che maggiorato di sanzioni e interessi, ammonterebbe a 530 mila euro.